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I libri che portano a Roma

Tutte le strade portano a Roma. È vero, ma non solo. Anche la letteratura ci aiuta a conoscere la meta del nostro viaggio e molto spesso ci insegna a guardare la città che vogliamo visitare con occhi diversi, indirizzando il nostro sguardo su particolari atmosfere, realtà e storie nascoste che altrimenti sarebbe molto difficile scoprire.

È un’ottima abitudine, perciò, leggere qualcosa ambientato nella città che visitiamo, che sia un romanzo, un saggio o un giallo.

E se non è possibile viaggiare, come in tempo di pandemia? Allora leggere ci aiuterà a preparare la nostra vacanza e un bel libro sarà importante tanto quanto una buona guida, meglio ancora poi se da quel libro è stato ricavato un film.

Ecco, allora, alcuni consigli per leggere storie “romane”, partendo da alcuni classici per arrivare agli ultimi libri pubblicati in cui la città eterna è una protagonista importante.

PierPaolo Pasolini nel 1955 ha pubblicato “Ragazzi di vita”, ambientato nelle borgate di periferia, raccontando la vita di un gruppo di ragazzi molto giovani ed emarginati, costretti al fallimento ma pieni di vitalità; è proprio questo contrasto che affascina lo scrittore. L’autore segue i suoi protagonisti come se fosse in “presa diretta”, denunciando ma forse anche invidiando la vita difficile di questi ragazzi. E’ un libro che ha creato un certo scandalo ma ormai considerato un classico.

Un altro classico è sicuramente “Quer pasticciaccio de via Merulana”, uscito nel 1957 ma ambientato durante gli anni del fascismo. In quasto caso si tratta di un giallo e all’autore, Carlo Emilio Gadda, non interessa raccontare il regime, per cui non troverete nessuna eco delle adunate fasciste, nessun riferimento ai grandi lavori che in quegli anni hanno ridisegnato il centro storico. All’autore interessa di più rappresentare la società, il rapporto tra le diverse classi sociali, il mescolarsi delle culture e delle diverse lingue date le diverse provenienze regionali dei personaggi. L’ispirazione è forse un crimine veramente accaduto nel primissimo dopoguerra ma il risultato è un romanzo caratterizzato da un grande sperimantalismo linguistico e narrativo.

La storia” di Elsa Morante (1974) ha invece un carattere storico: scritto come per ricostruire un banale fatto di cronaca, di quelli che nel giornale prendono poche righe, il romanzo rivela invece l’impatto della Storia, quella con la S maiuscola, sulle vite dei piccoli e dei semplici. Ne risulta così la storia stessa di Roma, raccontata anno per anno dal 1941 al 1946. E’ un romanzo importante per la storia della letteratura italiana.

Un piccolo libro sempre a carattere storico, ma più recente, è “La parola ebreo” di Rosetta Loy, pubblicato nel 1997. Attraverso i propri ricordi ma con il supporto di documenti ufficiali, l’autrice ci riporta all’inizio delle persecuzioni razziali in Italia, e a Roma, dal 1938 in poi, raccontando soprattutto l’atmosfera ambigua, il non saper prendere posizione di qualcuno rispetto a chi invece ha protetto e ha salvato, il ruolo del Vaticano e dei singoli cittadini.

In tempi più recenti, Walter Siti ha pubblicato “Il contagio”, in cui ancora una volta è protagonista la borgata, la periferia più difficile. Scritto al presente storico, con l’italiano contaminato dal romanesco, racconta le storie di personaggi che si confrontano con la realtà e cercano di sopravvivere al non realizzarsi dei loro sogni impossibili.

Al genere giallo, o meglio noir, appartiene invece “Romanzo criminale” (2002) di Giancarlo De Cataldo, ispirato alle vere vicende della famosa banda della Magliana, attiva a Roma negli anni ’70. In questo romanzo la criminalità non è più un evento solo locale, di quartiere, ma coinvolge politici, si insinua nella società in modo subdolo diventando un fenomeno nazionale e rivelando il lato oscuro della storia d’Italia. Di grande successo, ha ispirato un film e una serie dallo stesso titolo.

Allo stesso genere appartiene “Suburra” di Carlo Bonini e Giancarlo De Cataldo (2013) ambientato negli anni ’90 e concepito un po’ come un seguito di Romanzo criminale. Anche da questo è stata tratta una serie di grande successo.

Grande successo ha avuto anche “Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio”, un piccolo giallo del 2006 di Amara Lakhous, un autore algerino che vive a Roma ormai da anni. Si mescolano satira di costume, dialetti, toni da commedia nel racconto del quartiere forse più multietnico di Roma.

Anche “Un giorno perfetto” di Melania Mazzucco (2005) potrebbe essere definito un noir perché la storia inizia con un delitto e tutto il romanzo ricostruisce le precedenti 24 ore di tutti i personaggi coinvolti. Roma, in questo romanzo, non viene ritratta come la capitale ma come insieme di realtà diverse di cui la Mazzucco esplora le dinamiche, descrivendo molto attentamente i diversi ambienti, dal centro alle periferie più degradate. F. Ozpetek ne ha ricavato un film di grande successo.

La stessa autrice ha scritto anche romanzi storici e “L’architettrice” è ambientato nel 1600, attraversando l’epoca barocca di Bernini e Borromini, dandoci un’idea di come poteva essere per una donna vivere nei vicoli del centro, sopravvivendo alla peste e alle guerre e volendo lavorare come un uomo. Interessante anche la storia della Repubblica Romana, nel 1849, e del Vascello, villa di cui oggi rimangono solo pochi resti.

L’ultimo libro in ordine di tempo è stato pubblicato nel 2020 ma forse è il più complesso e interessante: “La città dei vivi” di Nicola Lagioia. L’autore ricostruisce un terribile delitto avvenuto nel 2016 e ne fa l’occasione per portarci negli angoli più scuri della città, cercando di entrare nelle menti dei protagonisti. La scrittura è moderna, incalzante mai gratuita. Un libro direi importante e da leggere assolutamente se si vuole avere un’idea della complessità del vivere a Roma.

Sono tanti gli autori che non abbiamo citato… potete parlarcene voi?

 

M.Letizia D’Amico

 

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