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I dialetti della lingua italiana

La lingua italiana e i dialetti è un argomento che desta molta curiosità tra gli studenti della nostra scuola.

Non è semplice rispondere alle domande sull’argomento, perché in molte lingue non esiste un fenomeno simile, fenomeno che dipende in primo luogo dalla storia di questo Paese.

Quanto si differenziano i dialetti dall’italiano standard?

Bisogna sapere che il 70-80% degli italiani hanno come lingua di nascita il dialetto: le ninne nanne, le storie, … ma da subito diventano bilingui (dialetto e italiano). Soprattutto nei paesi di campagna, di montagna, nelle isole si può sentire parlare comunemente in dialetto.

Quelli che si avvicinano di più all’Italiano sono i dialetti dell’Italia centrale. Più si va a nord o a sud, più differenze ci sono con la lingua standard.

Un esempio: se un milanese e un bergamasco parlano insieme usando i loro dialetti non si capiranno assolutamente. Anche se Milano e Bergamo sono solo a 60 chilometri di distanza. La differenza non sta solo nella pronuncia. I dialetti sono vere e proprie lingue locali con un loro vocabolario e una loro grammatica che sono diversissimi uno dall’altro. Non si riesce a capire questo fenomeno italiano se non si parla un po’ di storia.

La lingua dell’Impero Romano

In tutto l’Impero Romano la lingua ufficiale era il latino, mentre a livello locale i vari popoli usavano la loro lingua originaria. Quando crolla l’Impero e quanto ne rimane si trasferisce a Costantinopoli, la penisola italiana è divisa in decine di stati, ognuno con il suo governo, la sua lingua, la sua moneta, la sua unità di misura. Questa divisione in stati e staterelli continua per molti secoli e per tutto questo tempo la lingua ufficiale è il latino e rimarrà tale fino al 1600: negli atti ufficiali, nei tribunali, nelle università, nel mondo ecclesiastico ecc. Il popolo invece parla il dialetto, diverso da zona a zona.

Come nasce la lingua italiana

Dal 1300 alcuni scrittori iniziano a scrivere nel loro dialetto a partire dalla Toscana e dall’Umbria. Questo fenomeno si espande in varie altre parti della penisola. Con le produzioni di questi scrittori che cercano di emularsi l’uno con l’altro, si crea una lingua che è l’insieme di molte influenze regionali e ha per base i dialetti del centro Italia. Comincia a formarsi l’Italiano. Dal 1600 circa in poi questa diventa la lingua ufficiale, ma il popolo continua a parlare i dialetti. L’unità d’Italia, 1871, unisce politicamente la penisola, ma l’analfabetismo (75% della popolazione) fa in modo che non ci sia unità linguistica. Poi aumenta la scolarizzazione e la situazione cambia. A questo proposito puoi approfondire leggendo in questa rubrica l’articolo Breve storia della lingua italiana.

Vediamo qui la percentuale degli analfabeti in Italia:

Percentuali di analfabeti in Italia dal 1861 al 1991

La situazione cambia definitivamente all’inizio degli anni ’50 con l’arrivo della televisione che sarà, per anni, di tipo “educativo”: cura nella dizione dei telegiornali, opere teatrali, documentari di arte e cultura, … poi è arrivata la televisione commerciale.

 

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