Volete fare un giro di Roma davvero unico? Allora, sulle orme dei pellegrini che venivano a Roma per pregare, vi porto con me a fare il famoso giro delle 7 chiese. Per prima cosa, indossate un paio di scarpe comode e portate con voi tanta voglia di camminare, perché la passeggiata è piuttosto impegnativa.
Ed è proprio la sua lunghezza ad aver ispirato il famoso modo di dire “fare il giro delle sette chiese”, che oggi nel linguaggio comune significa “avere impiegato molto tempo per fare qualcosa senza successo” oppure “cercare faticosamente qualcuno che ci dia ascolto”.
Ma torniamo al nostro pellegrinaggio, che possiamo considerare un atto di devozione, tipico del Venerdì Santo o del Sabato Santo e che consiste nel camminare facendo tappa in sette chiese di Roma, sostando per pregare in ognuna di esse.
In origine il giro ad anello, lungo 20 chilometri, doveva essere percorso in un solo giorno, toccando le quattro basiliche maggiori di Roma all’epoca di San Filippo Neri:
A queste si aggiungono San Lorenzo fuori le mura, la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme e, infine, dal Giubileo del 2000, il Santuario della Madonna del Divino Amore (che ha sostituito la Basilica di San Sebastiano fuori le mura).
Ma qual è l’origine di questo pellegrinaggio nella città che è il simbolo della cristianità?
Diverse sono le teorie, alcune delle quali fanno risalire questa consuetudine addirittura al VII secolo dopo Cristo. Certo, però, è che, a partire dal 1300, anno dell’istituzione dei Giubilei da parte di papa Bonifacio VIII, e soprattutto dalla seconda metà del XIV secolo, negli elenchi delle indulgenze sono indicate le sette basiliche dove i “peccatori” richiedenti potevano ottenerle. Cos’erano le indulgenze? Erano il perdono parziale o totale dei propri peccati davanti a Dio, concesso dalla Chiesa a coloro che ne facevano richiesta.
In seguito sarà San Filippo Neri (1515-1595) a riprendere questa usanza e a rinnovarla, aggiungendo altre pratiche penitenziali. Pensate che divenne così popolare che durante il pontificato di Pio IV (1560-1565) vi partecipavano fino a seimila persone.
I pellegrini, durante il pellegrinaggio, dovevano recitare i sette salmi penitenziali, meditare le sette tappe della passione di Gesù, invocare il perdono dei sette peccati capitali, domandare le sette virtù, e ...l’elenco del numero sette continua...
Infatti il numero sette, simbolo di perfezione e di completezza, è un numero che troviamo spesso nelle Sacre Scritture.
La pratica del pellegrinaggio a Roma facendo il giro delle sette chiese divenne una consuetudine, tanto che, ancora oggi, è possibile vivere questa esperienza due volte l’anno, a maggio e a settembre, sotto la guida di un sacerdote della Congregazione dell’Oratorio di San Filippo Neri. Si parte dalla Basilica di San Pietro fino a concludere il pellegrinaggio a Santa Maria Maggiore, ma...di notte, altrimenti che penitenza è?!
Per i più pigri, comunque...c’è sempre l’autobus!
Verifica il tuo livello
Contattaci
DI.L.IT. Soc. Coop.va rl. - Via Marghera, 22 Roma - P.IVA IT01094361001